27 feb 2015

“La cattedra a rotelle” Suor Maria Alfonsa Bruno, ancella riparatrice

Quando mi è stato assegnato questo libro ho pensato che si trattasse di una storia triste, che parlasse di una suora che aveva passato la sua vita insegnando, seduta su una sedia a rotelle, inferma e molto austera. Pensavo che fosse solo una storia di sofferenza e invece, si tratta sì della storia di una semplice suorina siciliana, Suor Maria Alfonsa, colpita in giovane età da una terribile malattia invalidante, ma è una storia piena di gioia, di amore e di sacrificio per amore della fede.


Lei è un’ancella riparatrice, è così che si definiva, perché viveva per sacrificarsi attraverso il dolore, per donare attraverso la sofferenza se stessa, per la salvezza degli altri e soprattutto per somigliare sempre più a Cristo e condividere con lui le pene che Egli ha sofferto per noi in terra. “Riparatrice” perché attraverso il suo sacrificio, ripara le mancanze altrui, di quelli che non conoscono ancora la fede e non hanno ancora incontrato l’amore di Dio.


Questa appare come una missione difficile e che non tutti possono sperimentare, ma Suor Alfonsa ci insegna che l’unica via per raggiungere Dio, è la “piccola via”. Lei la chiamava “piccola” perché è nelle piccole cose quotidiane, nei piccoli sacrifici e dolori di ogni giorno che ci si dona. “Piccola” perché bisogna saper restare bambini, abbandonarsi totalmente alla volontà Divina per aprire la nostra anima allo Spirito.

Ogni cristiano battezzato è votato all’amore ed è ovunque missionario per prolungare l’opera di Cristo per l’umanità. Nella realtà della vita è nascosta la nostra missione, bisogna solo avere fiducia e fare al meglio il nostro compito quotidiano, stando sempre nello Spirito, impegnandosi anima e corpo, immolandosi per amore, offrendo le proprie sofferenze con gioia per salvare le anime degli altri, bisogna essere anime nella luce. Non serve andare lontano, si inizia la propria missione da dove ci si trova, da dove Dio ci ha posto per portare il suo messaggio. Tutto è Grazia. Ciò che serve per essere efficaci testimoni di Cristo in un determinato ambiente, lo si conosce nell’ambiente stesso e lì si impara. Non servono titoli di studio per penetrare le anime, basta la “scienza di Dio” impartitaci dallo Spirito Santo.


È una preparazione che dura tutta la vita. Bisogna stare in ascolto per apprendere la scienza di Dio, e questo lo si può fare attraverso la preghiera e la contemplazione, Suor Alfonsa esortava sempre alla preghiera, per ricevere luce e consolazione. Lei stessa viveva nella preghiera, per restare sempre vicino a Gesù che amava con tutto il suo cuore.


L’ascolto nella preghiera ci insegna anche ad essere aperti all’ascolto dell’altro ed essere così portati all’accoglienza del prossimo. Le persone hanno bisogno di essere accolte, se noi siamo in grado di farlo stando nello Spirito, l’altro si sentirà prima accolto da noi, ma soprattutto poi accolto da Dio. Per Suor Maria Alfonsa le persone erano la cosa più importante, ogni persona, con tutto il suo carico di esperienze. È la persona, nella sua unicità, che lei incontrava e alla quale si dedicava totalmente guidata dallo Spirito Santo. Una donna che l’ha conosciuta racconta così della sua esperienza: “Ho riscoperto la gioia, non solo la Croce. Ho imparato a pregare. Ho imparato a vedere il divino non come una straordinarietà. Suor Alfonsa portava il divino nella vita quotidiana come una normalità. Vai avanti, mi dice ancora, anche nelle imperfezioni, anche nel peccato. E così, Dio mi è venuto incontro e mi ha detto: amami come sei. Accarezzandomi, coccolandomi, mi ha fatto capire che Lui c’è”.

Grazie Suor Maria Alfonsa perché hai trasformato il tuo dolore in gioia, leggere la tua storia mi ha insegnato che nella vita bisogna sempre mettere gioia e amore in tutto ciò che si fa, in ogni circostanza. Ogni momento è prezioso, perché il tempo che Dio ci ha donato è fatto per essere donato agli altri e dare così un vero scopo alla nostra esistenza.

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